Loggia Perfetta Unione

Rito Egizio Tradizionale

Sigillo Loggia Perfetta Unione

 

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La Fondazione della Loggia La Perfetta Unione rappresenta la nascita ufficiale della Massoneria in Italia.

E’ la prima Loggia ad essere stata costituita, avvalendosi anche di un documento Originale una Deputation, rilasciata della Grand Lodge of England. Per meglio comprenderne la sua genesi occorre inquadrare storicamente il periodo. In quel frangente Napoli era posta sotto la Corona Asburgica del Viceregno Austriaco in terra Partenopea. Questo scenario politico, facilitava gli scambi commerciali ed economici con l’Inghilterra 1, alleata politica contro la Spagna Borbonica. Furono proprio questi cittadini sudditi della corona inglese che importarono a Napoli i primi fermenti massonici negli anni ‘20 del XVIII secolo.

I numerosi scambi, anche Latomistici fra sudditi inglesi ed esponenti di un interessante ed attivo tessuto culturale napoletano, fecero sì che un gruppo di Fratelli inglesi presentassero, intorno al febbraio/marzo del 1728, una Petition 2 nelle mani del Gran Maestro della Premier Grand Lodge of England, Lord Henry Hare terzo Barone di Coleraine (1693-1749) per ottenere la concessione di una Deputation, per poter fondare nella capitale del Regno di Napoli una Loggia massonica regolare 3. Il documento fu siglato d’ordine del Gran Maestro Barone di Coleraine, ad opera dei Gran Dignitari Al. Chocke (D.G.M.), Nathaniel Blackerby e Jo. Highmore (G. Wardens) e del Gran Segretario della Grand Lodge of England Fratello William Reid 4.

L’undici maggio 1728 fu conferita ufficialmente la Deputation a due Fratelli italiani, al noto musicista

Rito Egizio Tradizionale

Francesco Xaverio Geminiani – Il più antico Massone d’Italia

Francesco Saverio Geminiani primo italiano ad aderire ad una Loggia Massonica speculativa, che già aveva vissuto e svolto la sua attività artistica a Napoli 5 ed al Fr George Olivaros. Il 22 Maggio 1728, è da considerarsi la data ufficiale della nascita della Loggia Perfetta Unione 6.

La motivazione, va ricercata nelle importanti frequentazioni che il musicista Geminiani ebbe a Londra 7 dove frequentò, in circa quindici anni, i migliori salotti dell’Aristocrazia londinese 8, entrando in contatto con numerosi esponenti della Massoneria. Si può con evidenza ritenere pertanto, che Francesco Geminiani è in assoluto il primo italiano ad essere stato iniziato alla Massoneria del quale si possiede una documentazione certa. La Cerimonia della sua Prima Luce, avvenne nella Loggia londinese “Queen’s Head”, il 1º febbraio 1725, è dunque considerato il più antico massone d’Italia 9.

Geminiani da Iniziato e Fratello attivo all’Oriente di Londra della Premier Grand Lodge 10, fu presumibilmente individuato dal Governo dell’Ordine, quale garante per realizzare con il Fratello napolitano George Olivaros, la nuova Loggia Regolare da costituire ed installare in Napoli secondo le dovute forme 11. Questo aspetto, potrebbe essere suffragato dal ruolo prioritario che nel documento di concessione, il Fratello George Olivaros detiene rispetto al Fratello Francesco Xaverio Geminiani 12.

Un’importanza particolare, va dedicata al Sigillo della Loggia Perfetta Unione, che ha un esplicito rimando alla Tradizione Egizia, a conferma del profondo legame che la cultura proveniente dagli Alessandrini 13, perpetratasi nei secoli attraverso molteplici filoni sapienziali, ha sempre avuto sul pensiero Ermetico partenopeo.

Il Sigillo originale della Loggia Perfetta Unione ed il suo manico meritano un’attenta analisi simbolica.

Il manico in verità non è quello originale ed è stato riprodotto in tempi successivi. E’ in avorio inciso finemente e reca emblemi Egizi quali la Sfinge e la Piramide. Ad ornarlo, vi sono delle fini decorazioni. In testa, e riprodotta un’aquila bipenne del Rito Scozzese Antico ed Accettato, realizzata con tecnica a cera persa ed applicata con saldatura   sull’apice. La parte superiore del manico, reca una calotta in argento con alcuni segni zodiacali impreziositi alla base da una rifinitura con motivi a bulino presente anche nella parte inferiore ove si innesta al piede il sigillo. La lavorazione del manico testimonia la fattura successiva al sigillo.

Sul Sigillo rotondo realizzato in ferro, vi sono raffigurate più effigi Egizie, in primo piano un Sole raggiante in alto allo Zenith, al sud una Piramide simbolo di congiunzione fra micro e macro cosmo, una Sfinge con corpo leonino e testa femminea ad unire Forza e Saggezza, con evidenti riferimenti alchemici 14, anche in virtù del simbolismo della luna crescente posto sul fianco destro, che potrebbe anche rammentare l’origine Isiaca dell’emblema. Due Colonne poste ai due lati della Piramide, rappresentano il confine fra il mondo Sacro ed il profano. L’Acacia, simbolo d’immortalità e di rigenerazione, conosciuta anche come spina d’Egitto 15 è incisa nel Sigillo ai piedi della Sfinge riposta in un rettangolo a simboleggiare la morte iniziatica e la conseguente rinascita palingenetica 16. Un celato riferimento alchemico vi sarebbe relativamente al “Fuoco Nascosto” della Pietra Cubica ritratta nel sigillo, che rimanderebbe al Mito che il Principe di San Severo richiamerà nel suo saggio inerente “la Lampada Perpetua” 17. Il Sigillo è completato dalla scritta 18 : Qui quasi Cursores Vitae Lampada Tradunt 19, un chiaro riferimento alla trasmissione dell’ininterrotta Tradizione Ermetica Partenopea 20, presente a Napoli da millenni silente e celata, pervenuta sino al XVIII secolo e poi permeata nella nascente Massoneria Napolitana, che la custodirà nel suo seno fino al sopraggiungere di editti liberticidi 21. Il precipitare degli eventi ed il clima pesante e persecutorio che si era venuto a determinare nel Regno di Napoli costringeranno il Principe di San Severo a ritornare ad occultare Antichi Saperi Ermetici nel nascente Cerchio Interno 22 della Loggia Perfetta Unione, denominato Rosa d’Ordine Magno 23, che sarà l’alveo celato ove Don Raimondo, nel silenzio protetto del suo Palazzo 24 , con i suoi più diretti discepoli e suo Figlio Don Vincenzo, darà vita al Rito Egizio Tradizionale 25, nel quale con l’ausilio del Barone De Tschudy riverserà i suoi insegnamenti Alchemici appresi direttamente dal suo Maestro Fulvio Gherli, che univano eccelsi ed antichissimi Saperi, legati alla Santa Scienza pervenuti attraverso la segretissima Schola Alchemica Napolitana 26.

L’intestazione circolare del Sigillo in ferro ad olio riporta nell’esergo la dicitura: SIG: NEAPOLIT: LATOMOR: FRATERN: PERFETTA-UNIONE 27, completata nel campo inferiore dalla data di Fondazione A.L. 1728.

Sui primi anni della Latomia vi sono testimonianze non copiose, i Lavori di Loggia nel 1734 risentirono come consequenzialmente accadde in tutte le attività, del conflitto in corso fra l’Impero Asburgico e quello Spagnolo che culminò con la vittoria decisiva presso Bitonto il 25 maggio 1734, che consentì a Don Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio di entrare a Napoli vittorioso, dove fu proclamato Re il 17 maggio 1734. Fino all’anno 1737, vi furono fisiologici assestamenti politici e gli Architettonici Lavori di Loggia pur non essendosi mai interrotti, ripresero a pieno con Forza e Vigore. Un ruolo fondamentale nella crescita della Loggia Perfetta Unione fu merito del Principe di San Severo Don Raimondo di Sangro, il quale era stato iniziato a Parigi nella Loggia del Duca di Villeroy 28  29, tra il 1736 ed il 1737. Giunto a Napoli fu affiliato alla Loggia Perfetta Unione, alla quale in maniera progressiva diede una nuova Luce Operativa, con l’ausilio del proprio operato.

L’Officina nella sua fondazione era stata creata prevalentemente da Fratelli Inglesi, per lo più mercanti, ma il mutare dello scenario politico e dei cambiamenti commerciali dovuti alle sopraggiunte avversità generate dalla Corona di Napoli nei confronti degli inglesi, aveva ridotto l’organico della Loggia, lasciando attivi e quotizzanti prevalentemente Fratelli “regnicoli” come venivano definiti i sudditi del Regno, come pervenuto in alcuni piedilista 30. L’arrivo in Loggia del Principe di San Severo Maggiorente di uno dei più importanti Casati del Regno 31, molto vicino al Re Carlo, (rivestendo dal 1737 a Corte la prestigiosissima carica di Gentiluomo di Camera con Esercizio 32 noti nel Regno come «gentiluomini della chiave d’oro» 33 ), aveva favorito l’accesso progressivo di personaggi dell’alta Aristocrazia del Regno e dei Ranghi apicali dell’esercito Borbonico. Questo mutare della configurazione in seno all’officina generò la creazione di un nuovo assetto portando la Loggia a divenire la più numerosa d’Italia 34 fra il novero dei Fratelli attivi e dei serventi. Questa eterogeneità formata da una multiforme stratificazione dei Fratelli in Loggia, diversi per ceto, censo ed anche nazionalità vista la massiccia presenza di Massoni francesi 35 generò una serie di fratture e frazioni.

Dato il suo profondo carisma, il suo prestigio personale e fondamentalmente in virtù dei suoi immensi Saperi Ermetici, il Principe di Sangro nel 1744 fu eletto Venerabile Maestro della Loggia Perfetta Unione. Il Governo della Loggia nelle sue sapienti mani, portò ad un enorme accrescimento del novero dei Fratelli che ornavano le Colonne 36. Il flusso di Fratelli, che aderì al Cammino Latomistico sotto la guida del di Sangro, pervenne principalmente da Aristocratici presenti a Corte. Videro la Luce Massonica figure di spicco quali il suo primogenito Don Vincenzo di Sangro, il Barone de Tschudy, Don Paolo d’Aquino, Principe di Palena ed altri Illustri Fratelli quale il Principe della Roccella Gennaro Carafa Cantelmo Stuart, il Principe di Tricase, il Duca di Capodichino, il Principe Michelangelo Caetani, Don Giovanni Maria Guevara 7° Duca di Bovino, tutti legati da un rapporto Sottile ed in alcuni casi anche di sangue con il Principe Don Raimondo 37. Questo nuovo corso della Loggia creò però delle ulteriori crescenti incomprensioni fra le Colonne, poiché si erano venuti a creare due anime assolutamente differenti. Questa situazione culminò con una profonda spaccatura, che porterà il Fratello Louis Larange, un mercante lionese, con il supporto del Fratello Pietro Verner a costituire una Loggia scissionista 38, che pare cercò di porsi sotto l’egida di un raggruppamento di Logge Marsigliesi 39.

Questo scenario era il frutto di palesi e reiterate incomprensioni, troppe differenze di vedute e di status avevano irrimediabilmente compromesso l’armonia della Loggia.

Questa scissione comporterà una dura frattura nell’ambiente Latomistico partenopeo. Il Larange portò con se nello scisma la copiosa frangia di Fratelli prevalentemente di estrazione borghese in maggior parte commercianti e la nutrita compagine composta dai suoi connazionali. Questo radicale cambiamento consentì al Venerabile Maestro della Perfetta Unione Don Raimondo, di dare un taglio più Ermetico agli Architettonici Lavori, seguendo l’inclinazione a lui più congeniale. Questo fu reso anche possibile, dall’alto profilo dei Fratelli attivi, uomini raffinati di grande lignaggio e cultura, provenienti dai più antichi Casati del Regno 40.

L’opera del Principe crebbe di pari passo al prestigio ed al consenso che riscontrava fra i Fratelli e questa feconda semina lo portò a raccogliere la prestigiosa nomina alla Dignità di Gran Maestro dell’Ordine 41. Il 20 luglio del 1750 Don Raimondo di Sangro ottenuto il Grande Magistero della Massoneria del Regno di Napoli, lavorò con Saggezza per riunificare sotto il suo Sublime Governo le anime divise della Libera Muratoria Partenopea. Settimo Principe di San Severo, Grande di Spagna di Prima Classe, Duca di Torremaggiore, Marchese di Castelnuovo, Gentiluomo di Corte, Gentiluomo di Camera con Esercizio, Cavaliere del Supremo Real Ordine di San Gennaro e numerosi altri titoli ancora, in verità facevano da cornice all’immenso spessore umano, spirituale e personale di Don Raimondo. Fu infatti capace di riportare alla sua obbedienza lo scissionista Larange, il quale il 24 ottobre 42 dopo un trimestre di intensi confronti, pose la sua Officina sotto il prestigioso Maglietto del Principe. Questa manovra di armonizzazione, creò nuovamente un cospicuo novero di Fratelli 43, che nel 1751 genererà la Gemmazione proficua di altre Logge. Nel febbraio/marzo di quell’anno, il Gran Maestro Di Sangro volle conferire il Maglietto per governare una nascente Officina al suo giovane Discepolo Diretto, a lui vicino nel Cammino Ermetico, il Barone Henry de Tschudy 44.

A seguire, il 12 Aprile dello stesso anno, il Gran Maestro Di Sangro creò una nuova gemmazione, individuando un altro suo Discepolo, anch’egli molto innanzi nel cammino Ermetico 45, avendo anche una profonda formazione Templare 46 il Principe della Roccella Don Gennaro Carafa Cantelmo Stuart.

Il 24 giugno si costituì una terza Loggia che vedeva come Venerabile Maestro Don Guglielmo Moncada Principe di Calvaruso  47 48, il quale assorbì la frangia di Fratelli che in precedenza aveva seguito il Larange, al quale conferì la Dignità di Primo Sorvegliante 49. Questa terza Loggia del Principe di Calvaruso, nacque però dopo la pubblicazione, avvenuta il 28 maggio 1751, della Bolla Providas Romanorum Pontificum emanata da Papa Benedetto XIV, al secolo Prospero Lambertini 50, per ribadire la precedente condanna pontificia del 28 aprile 1738 di Papa Clemente XII,  In Eminenti Apostolatus Specula. L’emissione della Bolla Pontificia indusse nel tempo 51 Re Carlo VII di Borbone (futuro Re Carlo III di Spagna) alla promulgazione, il 10 luglio 1751, di una Prammatica che proibiva le adunanze delle Logge imponendo lo scioglimento della Libera Muratoria 52. Questi eventi precipitosi e gravi muteranno profondamente il clima nel Regno di Napoli.

Da li a pochi giorni 53 il Gran Maestro della Massoneria del Regno di Napoli, Principe di San Severo in osservanza della Reale Prammatica fu costretto ad interrompere gli Architettonici Lavori della Loggia Perfetta Unione e di tutte le Latomie Napolitane 54 ed a rinunciare al “Gran Maestrato”  55. Da questo atto di apparente rinuncia, prese vita un profondo cambiamento che nei secoli a venire, rimarrà assolutamente celato ai più. Il Principe nella sua Loggia Perfetta Unione nota anche come la Di Sangro, aveva numerosissimi Fratelli attivi e pertanto aveva già creato un Cerchio Intero 56 conosciuto ai soli Adepti come “Rosa d’Odine Magno” 57, nel quale aveva raccolto un novero ristretto di Discepoli, da seguire nella Via dell’Arte Reale.

Questa perentoria mutazione degli eventi, portò il Principe a chiudere ufficialmente l’Esperienza Massonica e trasferire tutta la sua Opera Ermetica in seno al Rito Egizio Tradizionale, che continuò ad operare in ambito alchemico-trasmutatorio, seguendo le vie della Santa Scienza. Pochi compresero; dei molti Fratelli esclusi, alcuni gridarono al tradimento ed all’abiura. In esiguo numero intesero, che il suo atteggiamento di apparente rinuncia, era in realtà finalizzato a proteggere e tutelare i Fratelli da una repressione poliziesca e nello stesso modo a custodire quella scintilla, che divenuta fiaccola potesse essere trasmessa alle future generazioni 58

Molto su questo episodio è stato scritto da storici ed anche da ricercatori appartenenti all’Istituzione Massonica. Ad oggi non in molti anche per comprensibili motivi, seppero cogliere ed apprezzare la valenza lungimirante dell’operato del Principe.

Effettivamente, privi delle dovute chiavi di lettura e basi documentali, non era agevole saper interpretare in altra luce, la lettera che il San Severo scrisse al Romano Pontefice in data 1 Agosto 1751 59. A noi in seno al Rito Egizio Tradizionale, è pervenuta nei secoli questa traccia, queste “Storie di Famiglia” 60, che nel tempo da Gran Hyerophante a Gran Hyerophante, “da Bocca a Orecchio” sono giunte, anche corroborate da significative tracce d’Archivio. Lo scopo di Don Raimondo Di Sangro, era quello di Custodire e Trasmettere Antichi Saperi della Schola Alchemica Napolitana, lunghi di Millenni, a Lui pervenuti tramite il suo Maestro Fulvio Gherli, che come sappiamo fu discepolo del Marchese Francesco Maria Santinelli. Tracce documentate di questa attività Ermetica vivida ma celata, ve ne sono oltre che nei Nostri Archivi 61, anche in quelli Pontifici 62 e della Polizia Ecclesiastica 63 ed in studi seri di altri eccellenti autori 64.

 

© Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli® – 2018.

Note

  1. Ruggiero Romano, Napoli dal Viceregno al Regno, Einaudi, Torino 1976, p. 90 ss.
  2. Ruggero di Castiglione – Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 87, nota 119, ISBN 9788851086350.
  3. Processura giudiziale sulla sorpresa de’ Frammassoni, 2 marzo 1776 – Sezione Giudiziaria Archivi di Stato di Napoli.
  4. “Luce e Concordia” periodico di cultura massonica, organo della Rivista della Massoneria Mondiale fondato nel 1885 e pubblicata a cura delle RRLLCapitolari a cura dei FFGiovanni Fazzari e Ferdinando Borsari – Napoli Tipografia Iocco 1886, serie II dispense 3-4, 1° giugno pag. 22.
  5. Debuttò a Napoli nel 1705 presso il Collegio dei Nobili, Diresse nel 1711 il Teatro dell’Opera. Ruggero di Castiglione – Alle sorgenti della Massoneria Atanor Roma 1988 pag. 88 ISBN 9788851086350.
  6. Ruggero di Castiglione, La Massoneria delle Due Sicilie “I Fratelli Meridionali del ‘700”, Gangemi Editore – Roma Pag. 15-16.
  7. Ruggero di Castiglione – Alle sorgenti della Massoneria Atanor Roma 1988 pag. 87 nota 95 ISBN 9788851086350.
  8. David D. Boyden, Francesco Xaverio Geminiani, in “The New Grove”, Dictionary of Music and Musicians, London, Stanley Sadie, 1980 pag. 224.
  9. Domenico Vittorio Ripa Montesano, Vademecum di Loggia – Edizione Gran Loggia Phoenix Roma 2009 ISBN 9788890505904.
  10. V. Gnocchini, ”L’Italia dei Liberi Muratori”, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, p.145.
  11. A cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti”- Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata ISBN 9788894296433.
  12. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 86, nota 90, ISBN 9788851086350.
  13. N. Malaise, Les conditions de penetration e de diffusion des cultes egiptiennes en Italie, EPRO n.22, Leida 1972.
  14. Antoine Fabre D’Olivet, Le vrai maçonnerie et la céleste culture, Lausanne La Proue 1973 pag. 60.
  15. Giulio Ferrario, Il Costume antico e moderno – storia del governo, della milizia, della religione, delle arti, scienze ed usanze di tutti i popoli antichi e moderni – Milano Dalla MDCCCXIX Pag.188.
  16. Mircea Eliade, La nascita mistica, Brescia, Morcelliana 1980, pag. 189.
  17. La Dissertation sur une Lampe antique trouvée à Munich en l’annèe 1753. Escrite par Mr. Le Prince de St. Severe pour servir de suite à la prémière partie de ses Letters à Mr. L’Abbè Nollet à Paris, sur une découverte qu’il a faite dans la Chimie avec l’explications Phisique de ses circonstances – Naples Morelli, 1756.
  18. Tratta dal “De Rerum Natura” il poema didascalico latino in esametri di genere epico-filosofico del poeta Tito Caro Lucrezio, il quale pare nacque in Campania nel 94 a.C. circa, a Pompei o nella vicina Ercolano. (Luciano Canfora nella Vita di Lucrezio, Sellerio).
  19. Cenno Storico degli Ordini Segreti nel Regno di Napoli – Manoscritto di E. Basile custodito presso l’Archivio di Stato di Napoli – fondo Ministero di Polizia – Parte I a. 1804 – 43 Fascicolo 4603.
  20. Si passano di mano in mano la Fiaccola della Vita.
  21. Prammatica di Re Carlo VII, Re di Napoli – Lorenzo Giustiniani, Nuova collezione delle Prammatiche del Regno di Napoli, Napoli, Simoniana, 1804 vol. VI p. 230.
  22. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  23. Rosa d’Ordine Magno oltre ad essere l’anagramma del Principe in verità celava un riferimento alla Rosa+Croce – Mino Gabriele, sul significato dell’arte nelle forme simboliche, parte I in “Conoscenza Religiosa”, Firenze La Nuova Italia n°4 ottobre-dicembre 1976 pag. 328 ss.
  24. Dato che si evince da una corrispondenza, datata 8 maggio 1751, fra il Nunzio Gualtieri ed il Cardinale Valenti – Archivio Segreto Vaticano, Nunziatura di Napoli, Vol. 324, fascicoli 64 e 65.
  25. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” –  Ed. Riservata, Napoli 2011 ISBN 9788894296402.
  26. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Origini del Rito Egizio Tradizionale”Quaderni Egizi di Loggia – Ed. Riservata Napoli 2016, ISBN 9788894296488.
  27. Sigillum Neapolitanorum Latomorum Fraternitas o Fraternitatis Perfetta Unione (Sigillo dei Tagliapietre Napoletani Fratellanza Perfetta Unione o Sigillo della Fraternità dei Tagliapietra napoletani Perfetta Unione) – Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 111, nota 186, ISBN 9788851086350.
  28. G. Gamberini: Mille volti di Massoni, Ed. Erasmo, Roma 1975.
  29. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 120, ISBN 9788851086350.
  30. La Massoneria nelle Due Sicilie e i fratelli meridionali del ‘700, Volume 1, pag.35.
  31. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale” – Ed. Riservata Napoli 2011, ISBN 9788894296402.
  32. Giuseppe Giarrizzo, I Liberi Muratori di Napoli nel secolo XVIII , Società Napoletana di Storia Patria, pag.484 ISBN 88-8044-047-0.
  33. Giovanni Montroni, I gentiluomini della chiave d’oro, Meridiana n°19 1994. La corte era composta essenzialmente dai gentiluomini di camera con esercizio, i gentiluomini di camera di entrata ed i maggiordomi di settimana, tutti quanti noti come «gentiluomini della chiave d’oro» perché portavano sul lato destro dell’abito una piccola chiave d’argento dorata sospesa a due bottoncini per indicare che potevano entrate in tutte le stanze della reggia.
  34. Archivio Generale de Simancas, (provincia di Valladolid, comunità della Castiglia e León) Estado, I, 211 faldone 92.
  35. La Massoneria nelle Due Sicilie e i fratelli meridionali del ‘700, Volume 1, pag.35.
  36. Ilario Rinieri, Della Rovina di una Monarchia. Relazioni storiche tra Pio VI e la Corte di Napoli negli anni 1776-1799 secondo documenti inediti dell’Archivio Vaticano pag. 387 n°1- Torino U.T.E.T. 1901 – “Si può dunque tenere per istoricamente sicuro che verso il 1745 la frammassoneria era fiorente nel Regno di Napoli”.
  37. Il Piedilista annovera altri Aristocratici Massoni del Regno fra i quali: Don Marcantonio Colonna Principe di Sonnino, Galatro e Aliano, Marchese di Castelnuovo, Signore di Stigliano, Alianello, Roccanova e Melito dal 1775, Signore di Giugliano, Patrizio Napoletano, Patrizio Veneto, Grande di Spagna di Prima classe; Vicerè e Capitano Generale del Regno di Sicilia, Comandante del battaglione di volontari di marina dal 1773, Capitano della Guardia Regia dal 1781, Gentiluomo di Camera con esercizio, Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro; Don Michele Imperiali IV Principe di Francavilla e VII Marchese di Oria; Don Luigi II Sanseverino, 11º Principe di Bisignano, fu insignito del Toson d’Oro nel 1731; Giovanni Carafa VII Duca di Noja, Colonnello del Reggimento di Terra di Bari e lettore d’ottica e matematica nella Regia Università degli Studi di Napoli; il Marchese di Francofonte Nicola Gravina Cruyllas; il Conte di Cerreto Landi Felice Gazzola di Settima; il Patrizio Ligure Giovanni Maria della Torre  uno scienziato, fisico e naturalista; il giurista e storico Giovanni Giuseppe Origlia Paolino; il Nobile Benedetto Latilla dei Marchesi di Taurasi, cattedratico di teologia alla regia Università degli Studi di Napoli (nel 1759 divenne precettore di re Ferdinando IV e Futuro Vescovo di Avellino); l’assistente di campo del Principe di San Severo Felice Piccinno nei ranghi del Reggimento di Capitanata. Dati custoditi negli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911, unitamente allo Jeronimo del Principe di San Severo.
  38. Domenico Vittorio Ripa Montesano, “Origini del Rito Egizio Tradizionale” – Quaderni Egizi di Loggia – Ed. Riservata Napoli 2016 ISBN 9788894296488.
  39. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 120, ISBN 9788851086350.
  40. A cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano Ristampa Anastatica degli Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli , Edizione Originale, Riservata Napoli 1911 – Ristampa 2017, ISBN 9788894296419.
  41. G. La Farina, Storia d’Italia, I, Torino 1860, Proemio, pag. 71 ss.
  42. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 121, ISBN 9788851086350.
  43. José Antonio Benimeli Ferrer Masoneria, Iglesia e Illustracion, Fundacion Universitaria Española, Madrid, 1976 vol. III, pag. 390.
  44. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 121, ISBN 9788851086350.
  45. A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti” – Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata, ISBN 9788894296433.
  46. Massimo Pisani, I Carafa di Roccella – Storie di Principi, Cardinali, Grandi Dimore, Napoli Electa 1992 pag. 123.
  47. Gentiluomo di Camera di Esercizio – Giuseppe Giarrizzo, I Liberi Muratori di Napoli nel secolo XVIII, Società Napoletana di Storia Patria, pag.46, nota 3, ISBN 88-8044-047-0.
  48. Guglielmo Moncada, Principe di Calvaruso per investitura reale del 18 novembre 1745, fu Gentiluomo di Camera di Carlo di Borbone e Cavalier del Real Ordine di San Gennaro – Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico Nobiliare, Milano – S.T.I.R.P.E. , vol. IV, pag. 643.
  49. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 12, ISBN 9788851086350.
  50. Félix Lioy, Historie de la persécution intentée en 1775 aux francs-maçons de Naples, suivie de pieces justificatives, Londres 1780, pag. 7.
  51. Nella lettera del Marchese Brancaleone, Segretario Ecclesiastico a Roma, indirizzata al Marchese Fogliani d’Aragona. Primo Segretario di Stato. si evince che il Governo di Re Carlo era perfettamente a conoscenza della situazione delle Logge Massoniche sin dal gennaio 1751 – Giuseppe Giarrizzo, I Liberi Muratori di Napoli nel secolo XVIII, Società Napoletana di Storia Patria, pag.484, ISBN 88-8044-047-0.
  52. V. Giliberti, Polizia ecclesiastica del Regno di Napoli o sia il codice ecclesiastico del Nostro Regno, Napoli, Amato, 1797 Tomo III.
  53. 15/30 Luglio 1751 – Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 121, ISBN 9788851086350.
  54. Lorenzo Giustiniani, Nuova Collezione delle Prammatiche del nostro Regno, Napoli, Simoniana, Vol. VI pag. 230.
  55. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, ISBN 9788851086350
  56. In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.
  57. Il Principe di Sangro creò, il 10 dicembre del 1747, nel suo Palazzo, un ”Cerchio Interno” dal quale prenderanno vita anche agli Arcana ArcanorumArchivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911 – Ristampa a cura di Domenico Vittorio Ripa Montesano, ISBN 9788894296419. Vedasi anche Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso
  58. A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti”- Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata ISBN 9788894296433.
  59. Gian Giuseppe Origlia, Istoria dello Studio di Napoli, Napoli 1753-54, Vol II, pag. 354. Versione latina con traduzione.
  60. A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti” – Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata ISBN 9788894296433.
  61. Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli Edizione Originale Riservata Napoli 1911.
  62. Questo aspetto non sfuggì al Papa, il quale inviò una missiva riservata al Re Carlo III di Borbone, con la quale lo metteva in guardia sul rischio: “esservi a Napoli molta cenera, sotto cui può nutrirsi, benché sepolto, il fuoco, per tornare una volta a divampare” – Ilario Rinieri, Della Rovina di una Monarchia, Relazioni Storiche tra Pio VI e la Corte di Napoli negli anni 1776-1779 secondo documenti inediti dell’Archivio Vaticano, Torino, Unione Tipografica Editrice 1901 pag.609.
  63. V. Giliberti, Polizia ecclesiastica del Regno di Napoli o sia il codice ecclesiastico del nostro Regno, Napoli Amato 1797, tomo III.
  64. 14 novembre 1753 – Carteggio epistolare fra il Principe di San Severo ed il suo Discepolo diretto Barone Calaude Hanry de Tschudy (in Esilio forzato da Napoli su espressa richiesta del Papa Benedetto XIV dopo l’emissione della Bolla Providas Romanorum Pontificum), nel quale si fa espresso riferimento all’attività ermetica del Cenacolo Iniziatico, fornendo al Barone istruzioni Ermetiche ed operative. Ruggero di Castiglione, Alle sorgenti della Massoneria, Atanor Roma 1988, pag. 121, ISBN 9788851086350.