Massoneria Solare
Da poco, nei due Emisferi, si è terminato di dar luogo ai festeggiamenti per i 300 anni dalla data di fondazione della moderna Massoneria. Il 1717, per tanti rappresenta la genesi della moderna Massoneria, per altri della Massoneria.
In molti però riteniamo che l’Istituzione abbia radici più antiche e più salde e che nel corso del suo secolare cammino, sin dai primordi abbia come ogni pensiero nato libero, assunto alcuni aspetti mutevoli e strutturati.
Un andamento diffuso tende a dividere la Massoneria fra il filone inglese diversificandolo da quello Francese per motivi noti agli addetti ai lavori, che essendo un argomento lungo e complesso, ci porterebbe fuori strada. Si parla sovente della Massoneria Americana e del suo influsso, declinando frequentemente altre realtà mondiali, ma pochissimi prestano attenzione ad una Tradizione Antichissima che amiamo definire Massoneria Solare, la quale non ha il taglio etico e mutualistico di quella inglese, non propala ideali egalitari come quella francese, ma segue una sua precisa via Spirituale e Palingenetica.
Trae la sua profonda scaturigine nel bacino Mediterraneo, che fu culla della civiltà, anche in quei Saperi. L’onphalos nel quale crebbe e si sviluppò questa antica Tradizione Ermetica, che trasfuse i suoi Saperi nella Massoneria del XVIII secolo è Napoli. Città di antichissima storia, ove Miti e Leggende si intersecano ad un crocevia di aspetti storici e culturali, ubertoso humus nel quale verrà tracciato il Solco della Massoneria Solare. Poiché la Massoneria non è una religione, come erroneamente alcuni sostengono, né tanto meno un movimento politico o una consorteria come certuni vorrebbero disegnarla, rappresenta altresì un pensiero fecondo che, ove correttamente recepito, conduce attraverso un Cammino di Luce ad una crescita interiore, che ha quale finalità precipua il perfezionamento dell’Iniziato verso un accrescimento umano e Spirituale.
Napoli, ha rappresentato e rappresenta un unicum nel pensiero Ermetico occidentale, racchiudendo Saperi ancestrali provenienti dall’antico Egitto [1], armonizzati con quelli Pitagorici [2] e Mitraici [3] che in Napoli si diffusero come gli Isei [4] in maniera stabile. Il tutto ampliato da tramandi cabalistici [5] ed ulteriori influssi di più culti Misterici di matrice egizia ed alessandrina.
Tutto questo patrimonio sapienziale trasformerà Neapolis in un Crogiuolo di Saperi, che faranno crescere ed attrarranno pensatori, accademici e soprattutto noti Alchimisti. Tutto questo nei secoli formerà quella che amiamo definire Schola Alchemica Napolitana [6], che a prescindere dal volerla caratterizzare con un nome, di certo ha radici fortissime ed attestabili storicamente.
Napoli non a caso può essere ritenuta, con assoluta certezza documentale, la città ove vide la Luce il primo fermento Rosacruciano e dove furono tracciate le “Osservazioni inviolabili da osservarsi dalli fratelli dell’Aurea Croce o della Rosa+Croce precedenti la solita professione”, che ad oggi risultano il più antico statuto Rosacrociano conosciuto. In seno a questo manoscritto fondamentale, custodito presso il fondo antico della Biblioteca Nazionale di Napoli, si fanno risalire “le strettissime leggi e patti” molto più addietro, agli anni 1542 – 43 [7]. Questi dati inconfutabili, uniti a presenze storiche fondamentali di Alchimisti del peso di Michele Scoto [8], Arnaldo da Villanova [9], Raimondo Lullo [10] che trasmisero i loro Saperi ad Ermetisti eccelsi quali Giovanni Gioviano Pontano [11] autore della “Lettera sul Fuoco Filosofico” al quale si deve la nascita della Accademia Pontaniana e di quel pregiato scrigno pregno di simbolismo Alchemico, quale la sua Cappella di Via dei Tribunali. Seguirono i suoi insegnamenti figure di spicco quali Jacopo Sannazaro [12] che in qualità di discepolo, seguitò a dirigere l’Accademia. Napoli continuò nei secoli a venire ad essere crocevia di Saperi Ermetici, tant’è che sorsero e si svilupparono numerose ulteriori Accademie. In una di queste, fiorì la figura dell’Ermetista Girolamo Ruscelli (1504-1566) autore di uno scritto Alchemico “i Secreti” [13], che egli stesso pubblicherà per i suoi tipi. Importanti sono non solo gli studi di Alchimia, ma la pratica operativa che da sempre ne ha connaturato la tipicità della Schola Napolitana. Riprova ne è l’Accademia Segreta del Ruscelli, attiva per volontà del Mecenate Ferrante Sanseverino Principe di Salerno, che come delle pregresse Opere, lasciò indelebili ma ascose tracce [14]. A seguire nel XVI secolo, a Napoli si assisterà allo sviluppo del pensiero magico e filosofico di Giovan Battista Della Porta [15], della sua Accademia dei Secreti, con finalità di Studio sperimentale e sempre nella Capitale del Regno l’Opera del medico ed alchimista Leonardo Fioravanti [16]. In questo fecondo ed affascinante contesto crebbe Giordano Bruno, il quale legò alla città di Napoli gli anni fondamentali della sua formazione culturale e cenobitica. Egli ebbe accesso a testi posti all’indice [17] dei quali i Domenicani ne erano custodi presso il Convento di San Domenico. In questi ambienti, il giovane Frate respirò un’aria pregna di quell’Aurea Tradizione Perenne che riteniamo possa averlo influenzato indirizzandolo verso l’Ermetismo, l’Alchimia e la Magia, alle quali dedicherà a seguire pagine molto importanti nello Spaccio de la bestia trionfante, nel quale Giordano Bruno traccerà la famosa “apologia” dell’antichissima Sapienza degli Egizi [18].
Altre figure di spicco furono Tommaso Campanella [19] e Giulio Cesare Vanini [20], che ebbero un ruolo attivo nella città partenopea. Sicuramente, la Napoli Ermetica del ‘600 fu fortemente caratterizzata da numerosi ulteriori fermenti Rosacruciani. Ancora oggi possediamo tracce indelebili del Lavoro svolto in seno ad autorevoli Cenacoli Alchemici frequentati da giganti dello spessore del Marchese Francesco Maria Santinelli da Pesaro conosciuto negli ambienti Ermetici con lo Jeronimo di Frà Marcantonio Crassellame Chinese, mecenate e fondatore dell’Accademia de’ Disinvolti [21], il quale apparteneva al Cenacolo Alchemico di Cristina di Svezia [22]. I suoi Saperi a lui pervennero attraverso la stretta frequentazione che egli ebbe con il suo Maestro a Venezia, l’Alchimista Federico Gualdi [23] del quale ne divenne Discepolo Diretto. Questi Saperi il Santinelli volle trasmetterli a Napoli a sua volta al suo Discepolo Diretto Fulvio Gherli, insigne medico ed Alchimista che fu chiamato nella Capitale del Regno per insegnare nella locale Università [24]. Recenti approfondimenti e studi su documenti originali ed Archivi del Rito Egizio Tradizionale, portano a ribadire con certezza e con l’ausilio di attendibili fonti, che il Gherli, autore anche di Opere Alchemiche quali Proteo Metallico (1721), fu Maestro di Don Raimondo di Sangro Principe di San Severo essendone stato anche il medico di Famiglia [25]. Tutto questo fecondo Tramando Ermetico, sarà la base dalla quale il Principe di San Severo, trarrà gli insegnamenti ermetici per edificare le fondamenta della Massoneria Egizia, che diverrà la sintesi di tutte queste antiche Conoscenze di chiara matrice Mediterranea.
La Massoneria Solare in sinossi altro non è che la catalizzazione di tutta questa Santa Scienza, pervenuta dagli Alessandrini, attraverso insegnamenti Pitagorici e Cabalistici, pregni dei Misteri Antichi e sviluppatasi feconda nella città del Sole, che si prefigge la finalità di conseguire il Magistero Alchemico-Trasmutativo, portando come fine supremo l’Iniziato a divenire da Epopto ad Adepto [26].
Pertanto, cercare altrove riconoscimenti internazionali e patenti, appare visibilmente pleonastico avendo, la Massoneria Solare, un Tramando Iniziatico ininterrotto dal 1728, figlio di Saperi attinti da un patrimonio sapienziale lungo di oltre duemila anni. Riteniamo serenamente del tutto pletorica la ricerca altrove di legittimazioni, potendo attestare de facto il deposito continuativo ed operativo della Schola Alchemica Napolitana. Molto dobbiamo al Principe di San Severo ed al suo Discepolo Diretto Barone de Tschudy, i quali seppero trasfondere Saperi Ermetici pervenienti prevalentemente dalla via Alchemico-Trasmutativa Classica, in Rituali Massonici assolutamente conformi alla Tradizione Solare, che risentiva fortemente la sua genesi Mediterranea da sempre culla della Civiltà[27]. L’opera fondamentale del Barone de Tschudy (L’Etoyle flamboyante, ou la Société des franc-macons considérée sous tous les aspects…, Francofort-Paris 1766, 2 voll) contiene il Catechismo, gli Statuti, discorsi per lo più tenuti in Logge di Rito Scozzese, e vari articoli di carattere ermetico-massonico. Di particolare rilievo è il suo sistema dei Rituali Alchemici al cui interno figura una tardiva e preziosa Istruzione per fare la Grande Opera. Questo importante testo Alchemico Operativo integrato dal Barone de Tschudy nel suo sistema massonico è il punto culminante dei Rituali ed è considerato a tutt’oggi segretissimo [28]. Il de Tschudy sottolinea il carattere ermetico dei gradi e dei simboli massonici, dimostrando l’originaria connessione tra Massoneria ed Ermetismo (o Arte regale)[29].
Queste conoscenze remote diedero vita a quel Pensiero Sferico che caratterizzò sin dai primordi la Massoneria Solare. Tutto questo bagaglio pregno di Alchimia, Cabala e Pitagorismo, passato per evidenti influenze Mitraiche, generò il Regime di Napoli, ai più è noto come Scala di Napoli, il quale fu l’alveo nel quale crebbero e si svilupparono gli Arcana Arcanorum, patrimonio vero ed ininterrotto del Rito Egizio Tradizionale[30].
Il carattere essenzialmente “operativo” dell’Arte Alchemica viene ribadito nei 175 punti che compongono il Catechismo Ermetico-Massonico della Stella Fiammeggiante[31], dove sotto forma delle classiche domanda e risposta vengono delineati i principi e le basi fondamentali dell’Opera Alchemica: la Materia dell’Opera, i Regimi, i Gradi ed i Fuochi, i Tempi, l’Arte di comporre filosoficamente il Solfo, il Mercurio ed il Sale in vista dell’auspicata Pietra Filosofale, la dottrina dello Spiritus Mundi ripresa dalla dottrina del Cosmopolita e del Santinelli (la cui famosa Ode viene annessa allo stesso catechismo). In questo importante “CATECHISMO OPERATIVO” vengono inoltre suggeriti gli autori (Lullo, Sendivogius, Paracelso, Geber, Villanova, Zaccaria, Trevisano, Bacone, D’Espagnet) e i testi classici a cui fare riferimento per portare avanti il lavoro ermetico[32]. Dal punto di vista ermetico-massonico, l’opera che maggiormente caratterizzò il suo percorso fu Rituel des Grades Alchimiques, che ancora oggi rappresenta una parte rilevante del Corpus Ermeticum del Rito Egizio Tradizionale – Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli®. Il Barone de Tschudy elaborò gli insegnamenti Alchemici del suo Maestro, il Principe di San Severo, che nascevano dalle quotidiane esperienze trasmutatorie, mediate in laboratorio “ai Fuochi”. Ancora oggi, il Rito Egizio Tradizionale custodisce e trasmette Gradi alchemico-operativi quale il Cavaliere del Sole, il Supremo Comandante degli Astri ed il Cavaliere della Fenice, unitamente ad altri gruppi di Gradi quale il Cavaliere dell’Iris ed il Cavaliere dell’Occidente. Un altro gruppo di Gradi racchiude il Vero Massone Cavaliere dell’Iris, il Cavaliere degli Argonauti ed il Cavalier del Toson d’Oro[33].
La prima stesura dei prolegomeni di questa Dottrina Ermetica fu pubblicata in una ristrettissima tiratura per i tipi del Principe di San Severo nella sua stamperia collocata nelle cantine del suo Avito Palazzo di Vico San Domenico Maggiore in Napoli[34]. Il Corpus Hermeticum che in una vita di studi Don Raimondo ed il suo Circolo Ermetico 1 hanno codificato e trasmesso in seno al Rito Egizio Tradizionale, rappresenta ancora oggi l’ossatura dell’intero sistema Rituale che mantiene le medesime diciture, aspetti e cerimonialità dell’originario corpus dottrinario. Prova ne è il ricorrente uso, nella loro Aurea Opera, di Jeronimi Sinedriali dei Gran Hyerophanti Generali del Sovrano Gran Santuario di Heliopolis, che fanno espresso riferimento all’Alchimia ed all’Egitto (Morienus, Geber, Arpocrate) [35]. La finalità tesa al conseguimento del Magistero Alchemico-Trasmutativo, trae le sue origini dalla Tradizione Egizia del dio Amon-Ra, che pervenne tramite gli alessandrini in Napoli dando vita a quella ininterrotta trasmissione di conoscenze misteriche, che contenevano nozioni tramandate fra leggenda e realtà dai padri egizi dell’alchimia quali Ermete Trismegisto, noto anche come Thot, e poi Phimenas, Peteisis, e Bolo di Mendes[36].
Non resta che tributare un doveroso atto di gratitudine verso tutti questi immensi personaggi della Nostra Aurea Tradizione, che con amorevole e diuturno Lavoro, nel corso dei secoli, hanno custodito per noi queste perle di conoscenza a costo della loro incolumità in periodi molto perigliosi della storia, con sacrifici e costanza, con dedizione e vigore, affinché anche noi potessimo ricevere:
… quella scintilla che divenuta fiaccola possa essere trasmessa in mani sicure di generazioni che verranno … !
© Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli® – 2018.
Note:
[1] N. Malaise, Les conditions de penetration e de diffusion des cultes egiptiennes en Italie, EPRO n.22, Leida 1972.
[2] Renato Palmieri, La Chiave Astronomica della Fondazione di Neapolis – Dal Corriere Partenopeo Anno XII – N.3-31 marzo 1990.
[3] “Il grande libro dei misteri di Napoli e della Campania risolti e irrisolti”, Newton Compton Editori, Roma, 2006.
[4] AA.VV. , Alla ricerca di Iside – Analisi, studi e restauri dell’Iseo Pompeiano nel Museo di Napoli, Roma 1992.
[5] Moshe Idel – Kabbalah in Italy, 1280-1510: A Survey Published by: Yale University Press-Copyright Date: 2011 Pages: 288
[6] Domenico Vittorio Ripa Montesano – R.Benvenuto Dematteis, La Schola Alchemica Napolitana , Ed. Riservata Napoli 2018 “Volume in Preparazione”.
[7]A. Boella (a cura di), A. Galli (a cura di) L’alchimia della confraternita dell’Aurea Rosacroce. Documenti inediti sulle sue origini italiane. Trascrizione del manoscritto napoletano del 1678 – Edizioni Mediterranea – Roma, 16 ott 2013.
[8] Dante Alighieri parla di lui come di un mago. Lo incontra nel ventesimo canto dell’Inferno, nel cerchio degli indovini.
[9] Autore di diversi scritti alchemici, fra cui il “Fiore de’ Fiori” dedicato a Giacomo II d’Aragona, una ”Epistola al Re di Napoli” sui princìpi dell’Alchimia ed il “Rosario dei Filosofi” . L’opera omnia di Arnaldo da Villanova è stata pubblicata a Lione nel 1586; il Rosario dei Filosofi (Ms. fr. 2011 del XVI sec. Della Bibl. Nat. di Parigi), è un’ampia opera dedicata alla teoria ed alla pratica alchemica, da cui derivano i Rosari pubblicati in alcune raccolte di scritti alchemici (Artis Auriferae, Basilea 1593; Bibliotheca Chemica Curiosa di Manget, Ginevra 1702).
[10] Doctor Illuminatus Raimondo Lullo, autore di importantissimi trattati dedicati all’Arte Combinatoria ed alla mnemotecnica, a cui fu attribuita la stesura di ben 500 opuscoli di Alchimia: ora, anche se tali attribuzioni risultano molto dubbie, nondimeno l’Arte lulliana della Memoria appare strettamente connessa all’Alchimia in quanto strumento per la trasmutazione dell’essere attraverso la conoscenza e la sua sistemazione logica, messaggio questo che sarà ben compreso da un grande studioso dell’opera lulliana, il Filosofo nolano, Giordano Bruno, che ai trattati di Raimondo Lullo dedicherà diversi studi e che ne rielaborerà i princìpi creando delle vere e proprie mnemotecniche “magiche” volte al conseguimento di una piena realizzazione spirituale. L’Opera completa di Lullo è stata stampata in 10 volumi a Magonza nel 1722-42. Fra i numerosi testi alchemici che gli sono attribuiti, il Trattato della Quintessenza, Venezia 1542, pubblicato dalla ed. Athanòr, Roma 1972.
[11] Patrizia Calenda, I trattati astrologici di Giovanni Pontano, in AA.VV., Le terre della Sibilla appenninica, antico crocevia di idee, scienza e cultura, Montemonaco, 1999, pp. 135 – 144, e la relativa bibliografia.
[12] Nell’abside, dalla forma rettangolare, è posta la tomba di Jacopo Sannazaro: il monumento funebre è stato realizzato da Giovanni Angelo Montorsoli, con l’aiuto di Bartolomeo Ammannati; l’ambiente si completa con affreschi del 1699 di Nicola Russo, pittore della scuola di Luca Giordano, che sulla parete principale dipinge Parnaso, dove la Fama incorona il Sannazaro, osservato da Venere e Mercurio, nella volta dipinge le allegorie della Grammatica, della Filosofia, dell’Astronomia e della Retorica, sulla parete dove si apre l’arco è dipinto Abramo che adora i tre angeli e nelle pareti laterali, nelle quali si trovano due finestre, sono affrescati putti che reggono dei tendaggi: su queste pareti erano inoltre dipinte le Storie di Rachele e Maria sorella di Mosè, andate perdute. Attilio Carrella, La chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, Napoli, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, 2009 pag. 74
[13] “L’intention nostra era stata primieramente di studiare et imparare noi stessi, non essendo studio né altro essercitio alcuno che più sia vero della filosofia naturale, che questo di far diligentissimo inquisitione, et come una vera anatomia delle cose et dell’operationi della Natura, in se stessa” – Girolamo Ruscelli, ne “i Secreti”.
[14] Girolamo Ruscelli, “Proemio ai Secreti nuovi di maravigliosa virtu”, (Vinegia 1567), nel cui proemio ci parla di questa Accademia dei “Secreti” e cita fra l’altro l’importo che il Principe Mecenate, donava all’Accademia di circa 1000 scudi ogni anno. Specifica che ognuno degli adepti poi dormiva in casa propria ed il primo giorno di ogni mese si riunivano tutti insieme di mattina a “desinare”, alla presenza anche del Principe che rendevano edotto sugli sviluppi delle ricerche e mostrando le Opere Alchemiche realizzate nell’attività ermetica nel mese precedente. Il Ruscelli descrive lo scopo principale dell’Accademia, che era quello di “studiare e imparare noi stessi”, ovvero studiavano la filosofia naturale, l’anatomia delle cose, la medicina, dunque i fenomeni naturali, unitamente alle scienze Ermetiche. L’obiettivo primario era di far beneficio al mondo trasformando in certezze e notizie vere “tanti utilissimi e importantissimi secreti d’ogni sorte e per ogni qualità di persona, così ricca e povera, dotta e indotta, maschio e femmina, giovani o vecchi che essi siano”. Il Ruscelli ci dà anche indicazioni sulla sede dell’Accademia, che loro chiamavano “Filosofia”. Il Principe Mecenate, aveva donato uno spazio in una delle zone più prestigiose di Napoli. All’inizio l’Accademia era segreta perché, dice il Ruscelli, non gradivano essere disturbati e non volevano che qualcuno impedisse il loro lavoro, quindi nessuno poteva nominare l’Accademia a qualcuno se non prima che si fosse consultato con l’intera compagnia e per questo facevano un Giuramento. Ogni medico della città conosceva l’Accademia, ma vi accedeva sempre e solo accompagnato da un loro membro e prestando sempre quel giuramento sul Silenzio. Dall’analisi delle descrizioni pervenute a noi e da diversi graffiti trovati all’interno di alcune grotte in Salita Due Porte all’Arenella, si ritiene che lì potesse sorgere il Laboratorio Alchemico, ma non vi sono certezze a riguardo, confutate da documentazione scientifica. L’Accademia dei Segreti ebbe vita breve perché entrò nel mirino dell’Inquisizione Napoletana per il forte sospetto che si occupasse dell’occulto e così venne chiusa nel 1579. Anche se l’Accademia ebbe vita relativamente breve, diede comunque un grande impulso alla nascita di successive accademie con finalità scientifiche, come la famosa Accademia dei Lincei con Galileo Galilei.
[15] LINK – Pagina del sito Ufficiale Enciclopedia TRECCANI
[16] Piero Camporesi, “Camminare il mondo. Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento”, pag. 263 Garzanti Libri Milano, 1997.
[17] Index librorum prohibitorum
[18] Dallo Spaccio de la bestia trionfante Bruno cita in questi termini il lamento dell’Asclepio ermetico: Non sai, o Asclepio, come l’Egitto sia la imagine del cielo …, la nostra terra è Tempio del mondo. Ma, oimè, tempo verrà che apparirà l’Egitto in vano essere stato religioso cultore della divinitade (…). O Egitto, Egitto, delle religioni tue solamente rimarranno le favole (…). Le tenebre si preponeranno alla luce, la morte sarà giudicata più utile che la vita, nessuno alzerà gli occhi al cielo, il religioso sarà stimato insano, l’empio sarà giudicato prudente, il furioso forte, il pessimo buono. E credetemi che ancora sarà definita pena capitale a colui che s’applicarà alla religion della mente; perché si trovaranno nove giustizie, nove leggi, nulla si trovarà di santo, nulla di relligioso: non si udirà cosa degna di cielo o di celesti. Soli angeli perniciosi rimarranno, li quali meschiati con gli uomini forzaranno gli miseri all’audacia di ogni male, come fusse giustizia (…). Ma non dubitare, Asclepio, perché dopo che saranno accadute queste cose, allora il Signore e padre Dio, governator del mondo, l’omnipotente provveditore (…) senza dubbio donarà fine a cotal macchia, richiamando il mondo all’antico volto, i quali attraverso operazioni magiche erano stati in grado di entrare in comunicazione con gli dei e di colloquiare con loro, ponendo un nesso vitale e positivo fra uomo, natura e Dio, in altre parole ristabilendo quel circuito fra dimensione divina, dimensione naturale e dimensione umana che il cristianesimo aveva spezzato, inaugurando un’epoca di barbarie, di decadenza, di separazione, anzi di contrapposizione, tra gli uomini e gli dei.
[20] Trasferitosi a Tolosa per continuare lì ad alimentare la sacra fiamma dell’iniziazione italico-egizia [istituendovi un centro iniziatico], venne giustiziato per eresia ed ateismo il 9 febbraio del 1619. Michele E. Braco, Giustiniano Lebano e la Scuola di Napoli , Libreria Editrice “Letture S…consigliate” – Nove, 1999.
[21]Oskar Garstein, Rome and the Counter-Reformation in Scandinavia: the age of Gustavus, pag. 755, BRILL, 1964.
[22] Cristina di Svezia e il suo Cenacolo Alchemico, Di Anna Maria Partini pag. 120, Edizioni Mediterranea 2010.
[23] Alessandro Boella e Antonella Galli, in Federico Gualdi, Philosophia hermetica: seguita dall’Opus philosophicum dello stesso autore, pp. 67-68, Roma, Mediterranee, 2008.
[24] Centuria prima di rare osservazioni di medicina, e cirusia di Fulvio Gherli, cittadino modonese, protomedico dell’Altezza Serenissima Giuseppe Maria Gonzaga, Duca di Guastalla.- Venezia presso Bortolo Baronchelli – MDCCLIII
[25] A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Don Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti”– Napoli 7 Luglio 2017-Ed. Riservata, ISBN 9788894296433.
[26] Domenico Vittorio Ripa Montesano-R.Benvenuto Dematteis, La Schola Alchemica Napolitana , Ed. Riservata Napoli 2018 “Volume in Preparazione”.
[27] Domenico Vittorio Ripa Montesano-R.Benvenuto Dematteis, La Schola Alchemica Napolitana , Ed. Riservata Napoli 2018 “Volume in Preparazione”.
[28] Si può reperire in diversi mss. del XVIII secolo, fra cui il Ms. Verginelli-Rota 30 della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei: La Verité extraite des ténebres. La Révélation de la parole cauchée par la Saggesse des anciens, ou la vraye généalogie de la mére du mercure des philosophes, trascritta ed edita da Bernard Biebel, Paris, Arma artis, 1978
[29] Cfr. Anna Maria Partini, capitoli introduttivi all’Androgenes Hermeticus di Francesco maria Santinelli, p. 24, ed. Mediterranee 2000).
[30] Domenico Vittorio Ripa Montesano,“Origini del Rito Egizio Tradizionale” – Quaderni Egizi di Loggia – Ed. Riservata Napoli 2016, ISBN 9788894296488.
[31]Henry T. Tschudy, Il catechismo ermetico-massonico della stella fiammeggiante – Ed. Atanòr Roma 1984, EAN: 9788871691572.
[32] Domenico Vittorio Ripa Montesano-R.Benvenuto Dematteis, La Schola Alchemica Napolitana – Ed. Riservata Napoli 2018 “Volume in Preparazione”.
[33] Archivi Storici del Rito Egizio Tradizionale Sovrano Gran Santuario di Heliopolis sedente in Napoli – Edizione Riservata Napoli 1911.
[34] R. Soriga : Le società segrete, Modena 1942.
[35] A Cura del Sovrano Gran Hyerophante Generale e Gran Maestro Fratello Don Logos, “Rito Egizio Tradizionale Storia Riti e Miti”– Napoli 7 Luglio 2017 – Ed. Riservata, ISBN 9788894296433.
[36] Gli Alchimisti occidentali generalmente fanno risalire l’origine della loro arte all’Antico Egitto. Erich Neumann, The origins and history of consciousness, New York : Pantheon Books, 1954. p. 255, nota 76: “Since Alchemy actually originated in Egypt, it is not improbable that esoteric interpretations of the Osiris myth are among the foundations of the art …”
Note
- In Enciclopedia TRECCANI, Voce: Massoneria, Sub: Cenni Storici al 2° capoverso.